RIFIUTI CAMPANI

MOZIONE URGENTE
Opera, 31 gennaio 2008
Premesso che:
- sulla stampa napoletana e nazionale in questi giorni si è dato ampio risalto alla possibilità che una parte dei rifiuti ammassati nelle strade di Napoli e di molti altri comuni campani vengano smaltiti in altre regioni, in particolare in quelle del Nord;
- il D.Lgs. n.152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale” all’art. 182 vieta di smaltire i rifiuti urbani in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti territoriali e l’opportunità tecnico-economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano;
Considerato che:
- l’emergenza rifiuti in Campania è ormai diventata una costante visto che sono ben 14 anni che a Napoli e nelle province limitrofe sono incapaci a smaltire l’immondizia prodotta dai propri cittadini;
- dal 1994 ad oggi è stata spesa l’incredibile cifra di oltre 2 miliardi di euro di contributi pubblici per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania, senza arrivare ad alcuna soluzione;
- in questi anni di continua “emergenza rifiuti” a Napoli, come denunciato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, si sono registrati sprechi vergognosi come subcommissari pagati 400 mila euro l’anno, consulenze per 9 milioni di euro pagate a 500 “esperti” dal 2000 al 2005, indecenti compravendite dei terreni (ormai sono circa mezzo migliaio) via via individuati per accatastare le ecoballe, terreni che secondo la commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sono arrivati a volte ad essere “nello stesso giorno, acquisiti da società di dubbia origine e successivamente rivenduti o fittati per un valore più che quintuplicato”, oltre che assunzioni solo sulla carta ma mai operative di ben 2316 lavoratori socialmente utili ed ex detenuti e disoccupati compiute per la «raccolta differenziata»;
- stando a dati di Legambiente la raccolta differenziata in Campania sarebbe solamente all’7,7%, contro punte del 70-80% di vari comuni lombardi, con la conseguenza che il 92% delle 7.345 tonnellate giornaliere di rifiuti urbani (a cui vanno aggiunti 11.000 tonnellate di rifiuti industriali) viene smaltita in modo indifferenziato e raccolta in ecoballe di qualità così scadente da annullare ogni ritorno economico nel loro incenerimento;
Preso atto che:
- è noto che in Campania il traffico di rifiuti urbani, industriali ed anche quelli speciali tossico nocivi è in buona parte gestito dalla criminalità organizzata;
- lo smaltimento di ecoballe provenienti dalla Campania comporta quindi un grosso rischio ambientale visto che, oltre ai rifiuti urbani non trattati, potrebbero contenere anche materiale tossico nocivo;
Visto che:
- la Regione Lombardia ha già smaltito in passato nei propri termovalorizzatori, in particolare a Dalmine e Cassano d’Adda, diverse migliaia di tonnellate di rifiuti campani;
- la maggior parte dei 2 miliardi di euro di contributi statali destinati all’emergenza rifiuti in Campania provengono dalle tasse pagate dai cittadini lombardi;
- lo smaltimento di cdr di pessima qualità e ad alto rischio di tossicità come quello campano pregiudicherebbe la qualità dell’aria delle aree limitrofe agli impianti di incenerimento;
Il Consiglio Comunale di Opera
esprime la propria contrarietà alla possibilità che possano essere smaltiti rifiuti provenienti dalla Campania in impianti sul territorio regionale,
chiede al Presidente Formigoni di non sottoscrivere alcun accordo con la Regione Campania che permetta lo smaltimento dei rifiuti campani in territorio regionale.