COMUNICATO STAMPA: OPERA, CONSIGLIO COMUNALE 31/01/08

Opera, 1 febbraio 2008
Davanti a pochi spettatori, in un clima di campagna elettorale, si è tenuto il Consiglio Comunale di Opera con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio preventivo.
Tante promesse e niente fatti, ecco il riassunto del bilancio per l’anno a venire.
Nel dibattito hanno tenuto banco la verifica ministeriale dello scorso anno, gli ispettori del Ministero hanno contestato numerose irregolarità alla gestione contabile amministrativa da parte dell’Ente, e gli aumenti di tutte le imposte comunali avvenute nel precedente bilancio.
Note negative anche per quanto riguarda la mancata cessione delle aree di edilizia convenzionata poiché le richieste dell’amministrazione troppo alte hanno fatto desistere i cittadini che hanno preferito non convertire il proprio diritto di superficie in proprietà.
Nonostante l’ultimo ribasso da parte dell’amministrazione, nel tentativo di recuperare qualcosa per sanare un bilancio già predisposto a determinati incassi, la richiesta si è assestata su 2100 euro per metro quadro.
Il Capogruppo del Carroccio Ettore Fusco ha fatto notare la differenza tra il valore di cessione delle aree ai costruttori, circa 17 euro a metro quadro, ed i 2100 euro richiesti ai cittadini per il riscatto delle proprie abitazioni acquistate in cooperativa. Questo senza dimenticare che le cooperative edilizie che operano sulle aree di 167, quindi le aree convenzionate a costi ridotti per le società, non sono altro che imprese edili che hanno un’evidente finalità di lucro.
Non ultime le irregolarità puntuali cui le cooperative hanno abituato le amministrazioni comunali salvo poi usufruire di condoni e sanatorie provvidenziali.
Altra nota dolente la vendita del campo da golf comunale che fruttava introiti certi e rappresentava un fondo di riserva per garantire ai cittadini una potenziale liquidità in caso di necessità. La cessione dell’area è servita a finanziare l’avvio della campagna elettorale del centrosinistra che mette in cantiere le stesse quattro grandi opere pubbliche che prometteva alla vigilia del voto della prima di due giunte Ramazzotti ben dieci anni fa.
Dieci anni fallimentari culminati con la vicenda del campo nomadi dello scorso anno quando Ramazzotti portò a Opera un insediamento di rom suscitando la viva protesta di tutti i cittadini.
Proprio il campo rom è stato oggetto di una mozione presentata dal Consigliere Pozzoli di AN volta a sensibilizzare l’Amministrazione affinché promuovesse un’iniziativa nei confronti della Provincia di Milano costituitasi parte civile nel processo intentato a nove operesi estranei ai fatti del rogo delle tende la sera del 21 dicembre 2006.
Il Sindaco Alessandro Ramazzotti e l’annunciato candidato sindaco l’Assessore Riccardo Borghi, l’amministratore che fece il gesto dell’ombrello ai cittadini che protestavano il giorno dell’arrivo dei rom al campo, hanno ribadito ancora una volta che la sera dei disordini nell’aula consiliare c’erano molte persone venute da fuori, teste rasate e bandiere di partito.
Anche considerando il vuoto di memoria legato alla paura che ha pervaso i colpevoli amministratori terrorizzati al punto tale dall’aver visto proprio Fusco ovunque, persino a bruciare le tende, il video e le foto di quella sera li abbiamo visti tutti.
Passi l’amnesia del giorno dopo, quando ancora ad alcuni tremavano le gambe per la paura di essere linciati dalla folla inferocita, ma dopo un anno ribadire menzogne tanto evidenti è indegno per un Sindaco ed un candidato alla sua sostituzione.
Altrimenti significa non conoscere i propri concittadini e la cosa diviene ancor più grave quando, come l’Assessore Borghi, ci si vuole candidare a rappresentare una comunità piccola, ma fiera, come quella operese.
Sull’inceneritore, infine, nessun documento unitario è stato approvato. La maggioranza ha bocciato la mozione proposta dal Gruppo della Lega Nord, approvata da AN e Forza Italia, mentre l’opposizione ha bocciato l’ordine del giorno del centrosinistra troppo ricco di imprecisioni e indicazioni di colpe limitate alle amministrazioni di centrodestra.
Le colpe sono da ricercare ovunque, a destra e sinistra, ma dire che il Comune di Milano da sempre abusa del territorio di Opera è un falso storico e dimostra la strumentalità di tali documenti.
I permessi alla Jelly Wax, l’azienda che ha stoccato rifiuti tossici per trent’anni catalizzando su di se le proteste popolari, sono sempre stati dati dalla Provincia e l’attuale Presidente Penati, al suo insediamento, rinnovò quelli che la Colli di Forza Italia aveva sospeso.
Il carcere è stato imposto dal Ministero romano cui competono le case circondariali ed infine i rom sono arrivati grazie alla Provincia di sinistra, al Prefetto romanocentrico legato all’apparato burocratico tipicamente di sinistra ed al Sindaco Ramazzotti anche lui di sinistra.
Con questo abbiamo sottolineato che il territorio di Opera, se possiamo definirlo vittima di abusi, è stato vessato dall’arco costituzionale al gran completo. Compreso quegli speculatori che il Sindaco ha ricordato sulla stampa nei giorni scorsi cui però non ha avuto il coraggio di dare un volto.
Volto, ma anche nome e cognome oltre che legami politici, che gli è stato dato dal Consigliere della maggioranza Stefano Apuzzo. Il tutto a verbale.
La sinistra ha dimostrato la propria volontà di non schierarsi contro l’inceneritore evitando di votare la mozione leghista in quanto troppo puntuale nel dire “no ad inceneritori sul nostro territorio” mentre si è approvata un documento recante una parte finale di apertura ad eventuali impianti qualora “imposti” dall’alto.