COMUNICATO STAMPA: OPERA, ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE DI RAMAZZOTTI

Opera, 28 febbraio 2008.
Non poteva finire in modo più inglorioso il suo mandato di Sindaco, Alessandro Ramazzotti di Opera, l'artefice del campo rom imposto ai cittadini ma osteggiato fino alla sua definitiva rimozione proprio dagli stessi operesi che poi sono finiti sotto processo.
Prima della sentenza penale però sono stati sottoposti a giudizio mediatico dalla stampa e dalle televisioni che hanno preso per vere, e riportato virgolettate, le dichiarazioni del Sindaco di Opera e di membri della sua maggioranza di centrosinistra.
Assolto Ettore Fusco, il leader della protesta, sembrava che l'argomento fosse scemato soprattutto in virtù del fatto che inizia in questi giorni la campagna elettorale che vede proprio il Consigliere Fusco candidato Sindaco per il centrodestra e Riccardo Borghi, l'assessore che fece il gesto dell'ombrello in spregio degli operesi quando arrivarono i rom, per il centrosinistra.
Eppure a calici fermi, dopo il brindisi per l'assoluzione del Capogruppo del Carroccio, ancora alcuni strascichi si trascinano nelle sedute consiliari.
In apertura di seduta, l'ultima di Ramazzotti, il portavoce del gruppo Polo per Opera Vittorio Calvi ha chiesto proprio al primo cittadino di scusarsi con i consiglieri vittime della persecuzione attuata tramite la magistratura ai danni di quei consiglieri comunali indagati, lui stesso ed il collega di Alleanza Nazionale Pino Pozzoli, ed al Consigliere leghista Fusco che, per il suo impegno nella sera dell'incendio del campo e per quello profuso al fine di mantenere un vittorioso presidio per quasi due mesi giorno e notte dinanzi al campo, era giunto al cospetto del giudice Marco Alma artefice della sua assoluzione.
Alessandro Ramazzotti, Sindaco oramai inviso ai suoi stessi cittadini, non ha accolto la richiesta del forzista Calvi che ha addotto motivazioni inopinabili alla richiesta: "Il Sindaco si è reso protagonista di affermazioni, quali la presenza di Fusco e Pozzoli, esagitati sobillatori, alla testa del corteo che si è recato a bruciare le tende del campo nomadi", ed altre ancora che hanno fatto si che il PM Laura Barbaini aprisse un corposo fascicolo nei loro confronti.
In particolare fu proprio Fusco a subire, oltre alla gogna mediatica, la persecuzione giuridica che gli costò una perquisizione all'alba alla stregua di un delinquente dinanzi alla moglie incinta ed alle sue due bambine, il sequestro dei computers dall'abitazione e dall'ufficio, le intercettazioni telefoniche, ambientali ed i pedinamenti.
Dal giorno di San Valentino Fusco è stato assolto poiché un giudice ha ritenuto, grazie anche all'arringa decisiva del suo avvocato di fiducia Simona Norreri, che il Consigliere nella serata del 21 dicembre 2006 non ha fatto altro che protestare legittimamente contro una scelta sbagliata del proprio Sindaco. Una scelta che non teneva conto delle esigenze della gente, delle paure degli operesi, delle realtà legate ai campo nomadi.
Ettore Fusco quella sera difese il proprio territorio arringando la folla ed invitando i suoi concittadini ad una resistenza pacifica senza la quale oggi Opera avrebbe al suo ingresso un enorme campo nomadi.
Opera ha fatto scuola ed ha aperto gli occhi a molti amministratori pubblici che si sono posti in modo diverso dinanzi al problema dei campi abusivi rispetto a quelle che erano le consuetudini antecedenti il rogo del campo che il Sindaco Alessandro Ramazzotti, di concerto con il Presidente della Provincia Filippo Penati ed il Prefetto Gianvalerio Lombardi, aveva invece fortemente voluto.
Il Consigliere Fusco ha seguito sgomento il breve dibattito in aula, forzando probabilmente la propria indole di guerriero per riuscire a non intervenire, dovendo udire ancora una volta dal Sindaco di Opera che di scuse non ne doveva chiedere e che le vicenda giudiziaria è cosa differente da quella politica.
Eppure Ramazzotti disse che Fusco era alla guida del corteo che andava a bruciare le tende ed altri, membri della sua Giunta, confermarono quelle parole e gli diedero anche più rilevanza parlando di un megafono nelle mani del rivoltoso.
Eppure Fusco è stato assolto da quelle accuse infamanti, senza uno straccio di prova a favore, semplicemente dettate dall'odio e dalla volontà politica di rovinare la reputazione di un uomo politico di rilievo dello schieramento opposto.
Oggi Fusco non ha ricevuto le scuse del Sindaco Ramazzotti né tanto meno quelle di Riccardo Borghi ma ha ricevuto un importante assoluzione da un'accusa che poteva costargli fino a cinque anni di reclusione ed il riconoscimento di una candidatura alla carica di Sindaco per Opera insieme ai partiti del centrodestra riuniti sotto le insegne del Popolo delle Libertà.
Ironia della sorte il suo avversario sarà proprio quel Borghi che i rom li voleva, che difese l'operato del Sindaco e che esultò all'arrivo dei nomadi facendo il gesto dell'ombrello ad un migliaio di operesi che manifestavano dinanzi al campo allestito dopo il rogo.
Adesso che la gente chiede ai propri sindaci maggiore sicurezza, appare ovvio il risultato dello scontro elettorale.